martedì, marzo 24, 2009

Il governo cancella 14 comuni siciliani tra i quali Pace del Mela e Santa Lucia del Mela

Il governo cancella 14 comuni siciliani. I Comunisti Italiani: «I sindaci si mobilitino»

La decisione rientra nella legge 9 del 17 febbraio scorso sulla "semplificazione legislativa". Spariti 70 comuni in Italia, di cui 7 nel messinese: Casalvecchio, S.Teodoro, Alì, Venetico, Rocca Fiorita, Itala, Castelmola

Dal 17 febbraio scorso non esistono più 70 comuni italiani. Il provvedimento, clamoroso e certamente da rivedere, rientra fa parte della cosiddetta "normativa sulla semplificazione legislativa" voluta fortemente dal ministro Calderoli (nella foto). Provvedimento con il quale si aboliscono migliaia di leggi ritenute desuete, ma al tempo stesso si cancellano con un colpo di spugno una lunga serie di comuni in tutta Italia, con la Sicilia, ovviamente, in primis con 14 municipi scomparsi, di cui la metà solo nella provincia messinese.

Nel dettaglio non viene più riconosciuta la figura giuridica dei seguenti comuni: S. Cipirrello e Castellana Sicula nella provincia di Palermo; Camastra nella provincia di Agrigento; Castel di Iudica e Santa Venerina nel catanese; Paceco nella provincia di Trapani; Villarosa in quella di Etna; e infine la solita, bistrattata provincia messinese, con ben sette comuni cancellati: Casalvecchio siculo, S.Teodoro, Alì, Venetico, Rocca Fiorita, Itala, Castelmola. Ma non finisce qui: Furci Siculo e Santa Teresa Riva dovranno tornare unico comune, così come Pace del Mela e S. Lucia del Mela.

Sull'argomento interviene oggi con una nota il segretario provinciale del Partito dei Comunisti Italiani, Antonio Bertuccelli, il quale «comunica il proprio disappunto e invita i sindaci dei comuni interessati a mobilitarsi affinché il decreto venga modificato e si permetta ai cittadini di mantenere la propria autonomia dentro i propri confini».

«Il Governo nazionale - prosegue - non perde occasione per colpire sempre di più la Sicilia. Su 70 Comuni che scompariranno, ben 14 interessano l'isola. Ci spacciano per nuovo, o meglio per innovazione e semplificazione, cose che ripristinano di fatto antiche leggi di epoca fascista, cui gli italiani hanno già dato il loro parere. Non dovevano abolire le Provincie? Comincino da questo, se proprio vogliono semplificare dando seguito a quanto dichiarato in più campagne elettorali invece di accorpare interi comuni cancellandone la storia e le tradizioni oltre che creando serie difficoltà ai cittadini».

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